SOGLIE, progetto fotografico di Marco Passaro a cura di Eugenio Corsetti e Maria Pia Bevilacqua, sfida la concezione della fotografia come mezzo di registrazione della realtà, esplorandone i limiti percettivi e concettuali. Il progetto comprende quattordici coppie di immagini fotografiche, una cui selezione sarà in mostra sabato 18 febbraio 2017 presso Stazione 38, Ristorante | Cocktail Bar | Bistrot, in piazza della Radio 38.
Melting Pot è un'idea di Romeventi, organizzazioneche si occupa di eventi live e spettacoli dedicati alla musica e all'intrattenimento. Melting Pot è un evento che unisce mondi musicali diversi e che ospita anche presentazioni letterarie, esposizioni fotografiche e artistiche per dare vita a un momento d'incontro tra artisti e pubblico.
Il quarto appuntamento di Melting Pot sarà ospitato da Stazione 38, Ristorante | Cocktail Bar | Bistrot, in Piazza della Radio 38, che a partire dalle 21.00 vedrà riunite insieme le fotografie di Marco Passaro e le sculture di Nietta Pintus e dalle 22.30 le musiche di Machella (cantautori), Seagulls (indie Rock) Spillo (Rap) e in apertura Thaz.
Nel lavoro di Marco Passaro le inquadrature fotografiche divengono altrettante soglie da attraversare entro le quali le immagini ci arrivano distorte, slabbrate, sfocate tramite espedienti diversi. Il tormento della realtà rende irriconoscibili le percezioni, lasciando emergere l’evocazione poetica, il lirismo onirico o l’espressionismo luministico. L’oggetto, quella porzione di realtà che la macchina fotografica dovrebbe o potrebbe registrare per creare un’immagine, un documento, perde la sua identità. SOGLIE mette così in crisi la pretesa oggettività del mezzo fotografico, permettendogli di acquistare un senso nuovo e diverso. Per Marco Passaro la visione fotografica non può, quindi, prescindere dal filtro esperienziale di colui che osserva. SOGLIE riflette esattamente su quanto il filtro della percezione mentale sia al fondo dell’esperienza della visualità. Il dialogo serrato che si instaura fra le coppie di immagini stimola, anche grazie ai neri vuoti che le separano, il sorgere di relazioni spontanee, elementi lievi e appena percepibili di continuità sui quali si basa la nostra comprensione del reale.