La nascita del culto per San Sisto e la sua elezione a Patrono della Città sono legate alla leggenda della traslazione delle sue reliquie.
Un'antica narrazione historica, riferisce che nell'anno 1132 il conte Rainulfo di Alife, spinto dalle conseguenze provocate dalla peste che si abbatteva sulle sue terre, si recò a Roma per chiedere al Papa del reliquie di un Santo, nella speranza di placare la drammatica situazione.
Ottenute quelle di San Sisto I, il conte ripartì alla volta di Alife. Arrivato nei pressi di Alatri, la mula che trasportava il sacro carico, si arrestò, ubbidendo solamente al Vescovo diocesano che, sopraggiunto processionalmente, la esortò a recarsi in cattedrale per deporre le insigni reliquie.
La festa inizia già dalla sera del martedì, quando lungo vie e vicoli di Alatri si snoda una lunga processione penitenziale, in cui i fedeli partecipano scalzi e con enormi ceri.
La mattina del mercoledì, una vivace fiera invade il centro abitato con banchi di merce varia.
Al termine della Messa pontificale officiata dal Vescovo, la maestosa statua del Santo viene issata dai "portatori" al grido di "Viva San Sisto" e la solenne processione ha inizio tra l'esplosione di mortaretti ed il suono delle campane.
Fino a tarda sera continuano i festeggiamenti civili con un programma che varia di anno in anno: nel pomeriggio sono previsti spettacoli musicali e nella serata l'esibizione di un artista di livello internazionale e fuochi pirotecnici.